Gli strati della foresta pluviale – I

Come dicevamo nell’articolo precedente, la foresta pluviale è a strati, anche se a priva vista magari non si direbbe. Gli studiosi ne hanno identificati quattro: lo strato emergente, la volta, il sottobosco e infine i suolo forestale.
Noi dall’alto vediamo solo un foltissimo tappeto verde, ma sotto ci sono gli strati. Tutto in realtà è a strati, persino il prato di casa nostra, difatti l’erba cresce sopra ad uno strato di muschio più o meno visibile.
Vediamo meglio gli strati della foresta pluviale. Il più alto, cioè quello che si vede dal cielo, viene chiamato strato emergente (difatti emerge), poi c’è la volta che se vogliamo è la parte più sotto degli alti alberi.
Ancora più in basso c’è il sottobosco ovvero quella parte degli alberi che si vede camminando all’interno della foresta e poi c’è il suolo e ciò che sta così in basso. Tutto questo insieme costituisce però un unico sistema o ecosistema.
Non è sempre facile distinguere uno strato dall’altro, anche perchè la loro ampiezza è variabile, a seconda del luogo. Ogni strato è caratterizzato da particolarità ambientali e di conseguenza dalle specie che lo abitano.
È la parte più alta, ossia quella emergente che determina quanta luce filtra fin negli strati sottostanti. Queste piante emergenti in genere hanno un’altezza che varia dai trentacinque metri ai quarantacinque (si trovano però anche alberi che arrivano a settantacinque!!, come un edificio di 25 piani).
A questa altezza si trovano specie di uccelli che arrivano tanto in altro per mangiare foglie, prendere il sole o ripararsi dai predatori. Ci vanno però anche le scimmie, per esempio il colobo africano. Gli alberi emergenti sono i più antichi delle foreste.
Sotto a questi giganteschi alberi si può trovare un fitto strato di alberi più bassi. Le loro cime si sovrappongono e questo fa si che noi, guardando dall’alto, abbiamo l’idea di vedere un enorme tappeto verde.
photo credits | kootation
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